sabato 23 febbraio 2008

Tra incudine e martello

Eccolo il mio primo post, e di cosa poteva parlare se di heavy metal? Ecco quindi che calza a pannello la nuova uscita discografica dei RAGE.

In primis inquadriamo (per chi non lo sapesse) la band: è nata nel 1983 col nome Avenger, la formazione ha subito svariate modifiche nel corso degli anni, ciò ha contribuito al continuo cambiamento e rinnovamento dello stile della band. Album dopo album la band ha raffinato e personalizzato le sonorità, partendo dal primo vero successo Perfect Man, che proponeva uno speed power metal con forti influenze thrash metal, evolvendosi poi con inserti più melodici, e abbandonando la pura velocità, ma non la caratteristica potenza e pesantezza del suono.

Detto questo passiamo a recensire la nuova fatica discografica intitolata CARVED IN STONE.
I teutonici hanno sempre sfornato album di qualità, "Carved In Stone" è possente, ma al tempo stesso melodico, orecchiabile. Ti spinge ad alzare il volume a livelli disdicevoli, ma può piacere anche a chi non è un fanatico del metallo più perfido. L'intro sontuosa della title track, potentissima e trascinante, apre l'album. Anche "Drop Dead!" è rocciosissima ed ha un ritornello davvero esaltante, come del resto la travolgente "Gentle Murdres": ti gasa, avanzando verso il ritornello in un crescendo vorticoso di emozioni, tra il tosto e il melodico. Anche il resto dei pezzi è realizzato con classe e capacità compositiva che senza pari, riffoni metallici che ti fucilano, un esempio "Open My Grave" è introdotta da melodie orientaleggianti, ma esplode presto in un devastante sound granitico. Il ritornello, piacevolissimo, è accompagnato di riff iniziali rivisitati in pesantissima chiave metal.
Alla traccia numero nove siamo convinti di trovarci di fronte ad un disco di power metal classico, massiccio e completo, in grado di fare la voce grossa al cospetto delle band concorrenti, ma quando esplode l’ultima song del lotto, “Lord Of The Files”, allora si apre davanti ai nostri occhi un altro mondo, classe pura e cristallina, emozioni a non finire, brividi lungo la schiena.
Cosa possiamo dire in più se non che ci troviamo davanti ad un album fresco, se vogliamo anche di maniera, ma l’esperienza dei veterani emerge in modo lampante, album che un un certo modo che ci riporta ai tempi di “End Of All Days”. NOTEVOLI 8/10

Spero che questa prima recensione sia piaciuta, e magari, se siete d’accordo, si può intavolare anche una sezione dedicata a questo tipo di musica. Aspetto commenti, fatevi sentire.

1 commento:

Teo ha detto...

WOW! Che recensione! Molto meglio di certe cazzate che scrivono su riviste specializzate!!! Approvo l'idea della sezione musica, e non solo metal... per un giudizio sull'album aspetto di ascoltarlo, anche se i Rage sono una garanzia!!! METAL UP YOUR ASS!!!