mercoledì 28 maggio 2008

TRA INCUDINE e MARTELLO Part. IV

Andrè Matos è un personaggio che non ha bisogno di presentazioni. Nell’ormai lontano 1992 Andre Matos iniziò il suo cammino musicale con gli Angra, band brasiliana che rivoluzionò il panorama Speed metal con le sue tinte progressive, l’esperienza si concluse nel 2001. Poi un intermezzo con gli Shamaan e due discreti albumi. Giunto il 2006, il carismatico ed abile cantante decise di chiudere anche il capitolo Shamaan, voltando pagina per la propria carriera musicale ed intraprendendo la via solista.Iniziamo subito sgombriamo il campo da tutte le ombre, confermando che le sonorità dell’album strizzano l’occhio a quelle di “Angels cry”, power metal di altissima classe, contaminato sia dalla musica classica sia da quella etnica. Si parte subito con una song che potrebbe risiedere tranquillamente nella vecchia discografia degli Angra, ossia: Letting Go canzone fin da subito assai energica e travolgente, dove la sezione ritmica ricopre un ruolo importante, sia per freschezza che varietà. Il disco comunque è un susseguirsi d’emozioni, di grandi suggestioni, con moltissimi richiami alle sonorità dei tempi d’oro. Durante l’ascolto del cd si incrociano ritmi tribali, stacchi di musica classica, intermezzi di pianoforte e le immancabili aperture sinfoniche. E’ obbligatorio spendere due parole relativamente alla splendida e convincente prestazione vocale, che risulta essere aggressiva e armoniosa nello stesso tempo, dove non troviamo solo tecnica canora ma anche molta interpretazione. Possiamo comunque affermare che ci si trova innanzi ad una prestazione convincente lungo tutto il cd.
Concludendo il cd non raggiungerà l’apice creativo di Holy Land o la freschezza sonora di Angels Cry, ma comunque si attesta su ottimi livelli, i brani non lunghissima durata, ma abbastanza vari al loro interno, non sono subito assimilabili, ma nel giro di alcuni ascolti colgono nel segno, rimanendo impressi nella memoria dell’ascoltatore. Inoltre la giusta scaletta fra parti lente ed aggressive non scontenterà nessun ascoltatore. Alcuni lo possono interpretare come un disco di maniera e perché no, un disco non innovativo, ma alla fine ogni fan del genere non potrà che restare piacevolmente colpito da questa nuova prova. Bentornato.

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